Fototrappola

Cos’è una fototrappola e come funziona

Uno dei fenomeni maggiormente presenti nella società moderna, assolutamente censurabile dal punto di vista del comportamento delle persone, è quello dell’abbandono dei rifiuti, al di fuori di cassonetti e raccoglitori o, peggio ancora, in aree verdi, boschi e parchi naturali. I risultati di simili comportamenti hanno come conseguenza il degrado e l’inquinamento ambientale, il danno estetico ai luoghi dove avviene l’abbandono, un sensibile peggioramento della qualità della vita nonché dei costi di natura economica che amministrazioni locali e associazioni devono sostenere per il ripristino dei luoghi. Per ottenere un risultato significativo, in termini di riduzione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, occorrerebbe una stretta sinergia tra le amministrazioni e i singoli cittadini, attraverso denunce e campagne di sensibilizzazione. Ma non sempre questo avviene a causa di diversi fattori. Quali sono quindi le modalità attraverso le quali limitare l’abbandono dei rifiuti? Come individuare i responsabili di questo comportamento e fare in modo che vengano puniti con delle pene esemplari? Uno dei metodi che sta riscuotendo sempre maggiore successo è dato dall’utilizzo della cosiddetta fototrappola. Cercheremo di spiegare cos’è il fototrappolaggio, in cosa consiste un foto trappola, come funziona e in quale fascia di prezzo rientra.

fototrappola

Breve introduzione al concetto di fototrappola

La tecnologia ha ormai invaso completamente la nostra vita e la nostra quotidianità. Non riusciamo, infatti, più a fare a meno di smartphone, tablet, personal computer e tutto ciò che ci permette di essere costantemente collegati alla rete. L’innovazione tecnologica, oltre a renderci disponibile in un unico dispositivo tutto ciò che in passato richiedeva diversi apparecchi elettronici, ha apportato anche un sensibile miglioramento a determinate attività. Nel campo della fotografia, infatti, le moderne fotocamere permettono di scattare una foto e immediatamente modificarla in base ai propri gusti e poi, grazie a una connessione internet, inviarla a distanza ad un altro utente. Sulla falsa riga di queste fotocamere si collocano i dispositivi che vengono classificati come fototrappole per la videosorveglianza, mutuando un termine che deriva dalla cultura anglosassone dove vengono chiamate stealth camera o scout camera. Ma cos’è precisamente una fototrappola?
Si tratta di un particolare apparecchio che viene utilizzato prevalentemente in spazi aperti e di grandi dimensioni per tenere sotto controllo una determinata area e verificare che cosa accada al suo interno in maniera praticamente costante. Il vantaggio più grande della fototrappola è quello che, in virtù di caratteristiche tipiche di ogni modello come forma, design e grandezza, si riesce facilmente ad occultare all’interno dell’ambiente, risultando in tal modo invisibile a chi potrebbe commettere un’eventuale azione illecita.

Fototrappola: cos’è nello specifico

La fototrappola è un dispositivo digitale, posizionato in un determinato luogo per diverse finalità, che si attiva automaticamente non appena rileva il passaggio di una persona, un animale, un automezzo o un qualsiasi altro corpo che emetta calore e che automaticamente scatta una fotografia o registra un video. Possono essere considerate dei veri e propri sistemi di videosorveglianza grazie ai quali, sia di giorno che di notte, grazie alla tecnologia a led infrarossi, fanno partire lo scatto o la registrazione del video, senza che la persona o l’animale si accorga di essere ripreso. Poiché tutti i tipi di fototrappola trovano utilizzo prevalente in luoghi esposti agli agenti atmosferici, tutte le componenti elettroniche di questo dispositivo sono coperti con un rivestimento in plastica che fornisce un determinato grado di protezione che viene definito IP. L’identificazione della protezione IP è molto importante in quanto risponde ad una precisa certificazione internazionale che assegna uno standard al livello di protezione delle fototrappole. In particolare, questo valore identifica il grado di resistenza di un prodotto alla penetrazione di sostanza solide e liquide. Quanto maggiore è il grado IP tanto maggiore sarà il livello di protezione assicurato dal dispositivo.

Utilizzi principali della fototrappola

Abbiamo accennato a come le fototrappole sono utilizzate in luoghi aperti dove si palesa la necessità di sottoporre ad un controllo una determinata area. In realtà i primi utilizzi di questi dispositivi, che continuano anche oggi, erano per finalità decisamente differenti, in quanto le fotocamere, sia in modalità scatto che registrazione, erano usate per avere delle foto o video di animali da utilizzare poi in riviste specializzate o per realizzare dei documentari. Addirittura i primi scatti realizzati con fototrappole risalgono agli inizi del 1900 che furono poi pubblicate sul National Geographic. Grazie a questo strumento si sono ottenute informazioni molto importanti circa il comportamento di molte specie di animali. Con il tempo ovviamente i modelli di fototrappola si sono evoluti, fornendo informazioni aggiuntive come l’ora e la data dello scatto. Si tratta di una tecnica di osservazione della fauna molto utilizzata al giorno d’oggi in quanto poco invasiva sugli animali con un ridotto impatto sugli stessi. I modelli di fototrappole utilizzati per questo scopo sono ormai tecnologicamente avanzati, dotati di led ad infrarossi che fanno partire lo scatto o la registrazione del video, di dimensioni decisamente contenute e per questo facilmente occultabili. Motivi questi che rendono questi dispositivi utilizzabili sia per la ricerca scientifica sia per coloro che hanno come hobby la fotografia degli animali.
fototrappola abbandono rifiuti

Utilizzo della fototrappola per prevenire lo sversamento abusivo di rifiuti

Riprendendo il discorso iniziale sull’abbandono dei rifiuti al di fuori di cassonetti, lungo la strada, in parchi e aree verdi, le fototrappole si sono rivelate uno strumento molto valido di prevenzione. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento. Partiamo dal presupposto che questi dispositivi possono essere utilizzati dalle forze dell’ordine per controllare buona parte del territorio di competenza, pur non avendo molto personale a disposizione. Soprattutto le zone di periferia o quelle più isolate, ossia quelle dove è più facile che malintenzionati sversino rifiuti, sono le più adatte al posizionamento delle fotocamere per controllare questa parte del territorio. In tal caso, sarà più facile procedere all’individuazione di coloro che hanno abbandonato i rifiuti per strada o nelle zone boschive o adibite a parchi, grazie alle foto o ai video che sono stati registrati dalle fototrappole posizionate in punti strategici. I modelli più recenti di fototrappola permettono la trasmissione a distanza, tramite rete GPRS, degli scatti o dei video direttamente alle forze dell’ordine i quali possono contestualmente effettuare l’accertamento delle responsabilità e procedere con la notifica della contestazione dell’infrazione al soggetto interessato. In tal modo, non solo si ottiene il risultato di utilizzare questi dispositivi come deterrente per l’abbandono dei rifiuti ma anche di poter arrivare ad un’ottimizzazione delle risorse umane a disposizione e anche di effettuare un intervento tempestivo qualora questo fosse necessario. Cerchiamo quindi di ricapitolare brevemente quelli che sono i principali utilizzi delle fototrappole:

  • Fotografia faunistica: osservazione del comportamento di diverse specie animali, controllo dei nidi e delle nuove nascite, identificazione di prede e predatori;
  • Servizi per le forze dell’ordine: controllo del territorio, sicurezza urbana, individuazione responsabili atti vandalici e di danneggiamento dei beni pubblici e privati;
  • Sversamento di rifiuti: finalità di controllo dello sversamento di rifiuti oltre le aree destinate alla raccolta differenziata, sversamento selvaggio di rifiuti lungo le strade creando delle vere e proprie discariche abusive e a cielo aperto, controllo e prevenzione dello sversamento di rifiuti tossici;
  • Controllo e prevenzione di furti di animali, di attrezzature e all’interno di appartamenti.

Fototrappola: principi di base del funzionamento

Vediamo adesso come funziona nello specifico una fototrappola. Non appena ne abbiamo acquistata una e l’abbiamo posizionata nel punto che riteniamo più idoneo per le nostre finalità, questa non funziona da sola ma ha bisogno di una specifica programmazione, differente a seconda del dispositivo che si è acquistato. La prima programmazione che è importante effettuare è quella del sensore di movimento, ossia stabilire la sua sensibilità che determinerà la successiva attivazione della fotocamera e il suo funzionamento. A questo punto, il passo successivo sarà quello di definire se è necessario scattare una foto o registrare un video. Indipendentemente dalla scelta eseguita, avremo la possibilità di personalizzare al massimo quello che è il risultato della nostra attività, in quanto potremo stabilire la qualità delle immagini scattate o registrate, i minuti minimi e massimi di ogni singola registrazione o il numero di scatti che la fototrappola dovrà effettuare, l’attivazione e lo spegnimento del dispositivo ed eventuali altre attività che il dispositivo dovrà o potrà effettuare in un determinato arco temporale. Il dubbio principale che potremo avere riguarda l’utilizzo notturno della fototrappola e del relativo sensore di movimento. Ci vengono fortunatamente in soccorso i dispositivi ad infrarossi: non appena la fototrappola rileva l’abbassamento della luce naturale nel luogo dove è posizionata, procede in automatico all’attivazione dei sensori ad infrarossi. Questi non appena percepiranno il movimento di un corpo all’interno dell’area sorvegliata attiveranno automaticamente la fototrappola che funzionerà in maniera analoga a condizioni di luce naturale, scattando una o più fotografie o un determinato arco temporale di video.

Fototrappola: consigli per ottenere ottime foto e video di qualità

Affinché le nostre finalità vengano raggiunte in modo pieno e soprattutto soddisfacente, non basta solo posizionare in modo adeguato le fototrappole ed effettuare la programmazione delle stesse, ma bisogna seguire anche una serie di accorgimenti per ottenere delle foto o dei video di elevata qualità. Scopriamo insieme quali accorgimenti dobbiamo seguire per raggiungere i nostri scopi.
Innanzitutto dobbiamo scegliere un modello, dopo vedremo quali sono quelli più appetibili, che abbia un eccellente Trigger Time. Con questo termine identifichiamo il tempo necessario affinché la nostra fototrappola si attivi per effettuare fotografie o per registrare dei video. Una elevata velocità di reazione ci assicurerà una probabilità maggiore di ottenere foto e video, innanzitutto attinenti ai nostri scopi e immediatamente dopo di buona qualità, prima che il corpo in movimento esca dall’inquadratura. Spendiamo qualche parola anche sul posizionamento della fototrappola. Anche in questo caso è opportuno seguire alcune regole per ottenere buoni risultati. La fototrappola infatti deve essere posta ad un’altezza compresa tra 40 e 60 centimetri dal suolo oppure tra i 2,5 e i 4 metri. Al di fuori di questi parametri, i nostri scatti e i nostri video non avranno alcuna rilevanza, poiché se la si posiziona ad altezza d’uomo la fototrappola potrebbe essere facilmente scoperta e quindi la persona non si farebbe immortalare. Altro aspetto che bisogna prendere in considerazione è quello relativo alla protezione della nostra fototrappola. Già in precedenza abbiamo parlato della necessità di garantire una protezione sufficiente dalle intemperie: questo è ancor più importante se si presume di dover utilizzare in modo estensivo il dispositivo, poiché un’eventuale goccia d’acqua dinanzi l’obiettivo potrebbe compromettere la buona qualità delle nostre immagini o delle nostre registrazioni. Allo stesso modo, ottica e sensori devono essere liberi dall’operazione di camuffamento che si esegue per nascondere la fototrappola. Dal punto di vista tecnico, la taratura del sensore di movimento è molto importante in quanto bisogna programmare in modo adeguato il sensore al fine di evitare che la fototrappola si attivi inutilmente. Non bisogna infine trascurare la modalità di alimentazione del dispositivo. La maggior parte dei modelli in commercio sono provvisti di batterie a lunga durata, solitamente non inferiore ai tre anni, che in prossimità del loro esaurimento possono essere ricaricate. Altri modelli hanno invece la possibilità di essere collegati in modalità esterna ad un alimentatore tramite corrente a 12 volts. Da sconsigliare invece l’utilizzo di pannelli solari per garantire una corretta alimentazione: in primo luogo poiché i pannelli avrebbero il problema della loro mimetizzazione e in secondo luogo perché non si caricherebbero a sufficienza in quanto nella maggior parte dei casi le fototrappole sono collocate in luoghi con scarsa luce o zone d’ombra con tutte le conseguenze del caso.
Ultimo consiglio che riteniamo opportuno fornire è quello che una volta eseguito il posizionamento, la programmazione e tutte le altre cautele sopra indicate, è meglio eseguire un test di funzionamento e verificare le foto e i video effettuati e apportare, se del caso, gli opportuni miglioramenti.

Come effettuare la taratura del sensore di movimento

Il sensore di movimento è il cuore pulsante della fototrappola poiché se non viene tarato in modo ottimale, potrebbe far partire inutilmente l’attività del nostro dispositivo. Le indicazioni base che vengono indicate per tarare nel modo corretto il sensore di movimento della fototrappola sono quelle inerenti la temperatura esterna. Quando infatti la temperatura è molto alta o nei casi in cui si hanno poche interferenze, il sensore dovrà essere impostato su una sensibilità elevata. Il contrario invece dovremo effettuare quando la temperatura è bassa o le interferenze che si possono avere sono di numero elevato. Un breve cenno anche al funzionamento ad infrarossi. I led a infrarossi in condizioni di scarsa visibilità o in assenza di luce diurna si attivano emettendo una luce a infrarossi che illumina la zona sottoposta a videosorveglianza. In tal modo, il nostro scopo sarà raggiunto allo stesso modo pur in condizioni di buio totale.

I principali tipi di fototrappole

La continua evoluzione tecnologica ha introdotto sul mercato un numero sempre maggiore di fototrappole con caratteristiche molto diverse. Una delle principali classificazioni delle fototrappole è sulla modalità di archiviazione delle immagini o dei video che le divide in digitali e con pellicola. Alla prima categoria appartengono le fototrappole che archiviano foto e video su una scheda di memoria digitale mentre alla seconda i dispositivi che registrano foto e video su una pellicola a 35 millimetri. Ulteriori classificazioni sono quelle fototrappole a infrarossi o con flash, e ancora tra quelle con audio e senza audio le cui caratteristiche sono facilmente intuibili. Le recenti applicazioni di queste fototrappole permettono la condivisione di immagini e registrazioni in modo istantaneo in quanto le stesse vengono inviate direttamente sullo smartphone della persona interessata la quale potrà allertare le forze dell’ordine in caso di necessità.

La scelta della fototrappola per prevenire lo sversamento di rifiuti

Per capire qual è la migliore fototrappola da posizionare per controllare una porzione di territorio dove si presume avvenga l’abbandono selvaggio e indiscriminato di rifiuti, bisogna prendere in considerazione diversi elementi. Possiamo comunque indicare una fototrappola a infrarossi come la soluzione migliore in quanto al buio si illuminerà soltanto e resterà completamente invisibile permettendo di registrare dati utili ai fini dell’identificazione del trasgressore. Nel caso si utilizzi, invece, una fototrappola a flash nel momento in cui si attiverà farà accendere il flash e il malintenzionato si darà alla fuga senza farsi riconoscere. Stabilito il tipo di fototrappola da utilizzare, il posizionamento migliore della fototrappola e su un palo dell’illuminazione stradale o della compagnia telefonica, o sotto un tetto o vicino a una grondaia o in qualunque posizione che ne renda difficile l’identificazione da parte delle persone. Infine, bisogna stabilire la comunicazione delle immagini e dei video tramite rete GSM o Wifi direttamente alle forze dell’ordine per garantire un loro pronto intervento.

Alcuni esempi di kit di fototrappole presenti in commercio

Come abbiamo già detto in precedenza, esistono in commercio diversi tipi di fototrappole. Esaminiamo insieme le caratteristiche di alcuni modelli.
Uno dei modelli maggiormente appetibili è rappresentato dal kit Fototrappola SCUBLA 983 completo di accessori che si caratterizza per essere tecnologicamente avanzato e di un innovativo sistema di fissaggio ad un palo dell’energia elettrica o dei cavi telefonici. Le caratteristiche tecniche di questa fototrappola la rendono estremamente affidabile ed in grado di assolvere nel migliore dei modi, lo scopo per il quale sono installate. L’archiviazione dei filmati o delle foto scattate viene eseguita su una scheda di memoria da 16 Gigabyte mentre l’alimentazione è assicurata da 8 batterie al litio e da una ulteriore batteria di emergenza ricaricabile che può essere opportunamente ricaricata grazie al cavo di collegamento in dotazione. L’installazione del prodotto non richiede particolari difficoltà e in alcuni casi può anche essere effettuata in completa autonomia. Per evitare che il dispositivo una volta individuato possa essere manomesso, sia la fotocamera che le batteria supplementare, sono dotate di una cassetta di sicurezza. Veniamo ora alle caratteristiche di scatti e registrazioni: le fotografie hanno una risoluzione che varia da 14 a 30 megapixel mentre i video sono in modalità Full HD e possono essere trasmessi in tempo reale via MMS o Mail grazie ad un collegamento GPRS. Nel momento in cui viene rilevato il movimento della persona all’interno dell’area sottoposta a controllo, la fototrappola si attiva in poco meno di 1 secondo, garantendo la registrazione fino a 30 metri sia in modalità diurna che notturna. Questo modello si distingue anche per il fatto di poter acquisire le immagini o i video direttamente sul proprio smartphone e perché è quella con la maggiore potenza di illuminazione notturna sul mercato. Dispone inoltre di un pratico e comodo monitor da 3 pollici che permette di vedere direttamente sul posto immagini e video acquisiti.
Un altro modello che si caratterizza per le elevate performance in termini di video è il Kit Fototrappola Scubla 750. La qualità delle immagini e dei video immortalati tramite questo dispositivo è talmente elevata che assicura ad esempio la lettura delle targhe dei veicoli che passano fino ad una velocità di 80 chilometri orari. Anche questo modello assicura un sofisticato sistema di fissaggio a palo o parete con contestuale occultamento. L’alimentazione è assicurata da ben 12 batterie al litio mentre l’archiviazione dei dati avviene su una scheda SD da 32 Gigabyte. Eventuali manomissioni sono protette dalla consueta cassetta di sicurezza per la fototrappole e le batterie. In modalità notturna, i Led a infrarossi assicurano prestazioni ottimali fino a 15 metri mentre il tempo di attivazione è di appena 1/10 di secondo. Questo modello è sicuramente il prodotto ideale per finalità di videosorveglianza, il monitoraggio ambientale e per il controllo dello sversamento abusivo dei rifiuti. Gli scatti possono essere realizzati sia a colori che in bianco e nero e fino ad un massimo di 40000 foto grazie all’elevata autonomia delle batterie. La dotazione di sicurezza è assicurata anche da un codice di blocco che ne evita l’utilizzo in caso di furto. Come accessorio, nella confezione è compreso un programma per la gestione avanzata delle immagini acquisite. Il prodotto è garantito per un minimo di 12 mesi e grazie ad un efficiente sistema di assistenza post vendita, qualsiasi guasto al funzionamento del prodotto dovesse verificarsi si otterrà una gestione completa del caso.
Un altro modello molto appetibile è rappresentato dalla fototrappola Reconyx Wireless MR5 Microfire che ha come caratteristica distintiva la possibilità di scaricare a distanza ravvicinata foto e video acquisiti e di programmarla a distanza senza doverla necessariamente toccare. Si tratta di uno dei prodotti più avanzati dal punto di vista della tecnologia: si pensi infatti che dispone di un dispositivo di archiviazione di massa pari a 32 Gigabyte e che può essere completamente programmata e gestita a distanza tramite una pratica applicazione da scaricare sul proprio smartphone. Le immagini e i video acquisiti possono infatti essere trasmessi a distanza grazie alla tecnologia wifi fino ad una distanza di 30 metri, mentre l’operatività è assicurata sia in modalità diurna che notturna fino ai 15 metri. Unico neo è rappresentato dall’alimentazione, garantita da solo 6 batterie a litio. L’attivazione avviene in appena 1/5 di secondo e le immagini di foto e video possono essere a colori o in bianco e nero a seconda delle necessità dell’utente. Se si riesce a stare a 30 metri di distanza massima dalla fototrappola la si potrà collegare facilmente ad un tablet per acquisire in modo rapido e sicuro le immagini. Anche il design è innovativo e a tratti rivoluzionario in quanto non è presente alcun tasto di spegnimento ed accensione, di programmazione e le dimensioni complessive sono molto ridotte e di forma cilindrica. Grazie al sistema a led infrarossi completamente invisibile all’occhio umano, la fototrappola acquisisce immagini a colori durante il giorno e in bianco e nero durante la notte. Il sistema di fissaggio universale assicura che questo prodotto possa essere fissato in un solo punto, garantendo però di poterlo orientare in tutte le direzioni in base alle reali necessità dell’utente, senza che siano necessari altre modalità di fissaggio maggiormente ingombranti. L’applicazione che assicura la gestione da remoto della fototrappola è disponibile sia per i dispositivi Apple che Android da scaricare tramite i relativi store. Anche questo prodotto trova larga applicazione per il monitoraggio ed il controllo del territorio, per la prevenzione di furti in abitazioni, uffici e magazzini e per prevenire lo sversamento abusivo dei rifiuti.

Risultati delle prime installazioni di fototrappole

Purtroppo, il fenomeno dello sversamento selvaggio e indiscriminato dei rifiuti assume su tutto il territorio nazionale un rilievo sempre maggiore. Non di rado assistiamo, infatti, tramite servizi dei principali media a strade isolate o di periferia che appaiono come vere e proprie discariche a cielo aperto dove vengono abbandonati rifiuti di ogni genere: vecchi pneumatici, materassi, imballaggi in plastica e cartone, sacchetti di immondizia e molto altro. Su queste strade si rivela molto importante il posizionamento delle fototrappole per avere sia un deterrente al successivo abbandono dei rifiuti e anche per identificare e punire chi commette un simile reato. Ma non si deve pensare che questo sia l’unico problema. Spesso infatti capita anche che si verifichi il fenomeno del cosiddetto furbetto del sacchetto ossia di colui che in presenza di un sistema di raccolta differenziata non la attui o la attui in modo non pertinente. Anche in questi casi, il posizionamento di fototrappole in prossimità dei luoghi dove viene effettuato il deposito dei vari sacchetti di umido, vetro, cartone, plastica e rifiuto indifferenziato si rivela utile per identificare chi non si comporta in modo corretto. Un utile esempio può aiutare a comprendere l’entità del fenomeno. A Pergine, un comune della provincia di Trento, è stato predisposto un efficiente sistema di videosorveglianza, tramite utilizzo di fototrappole ben posizionate e fantasticamente occultate, che prima nelle zone del centro storico con finalità di controllo del territorio e successivamente nei punti sensibili dove si esegue la raccolta differenziata, ha permesso di ottenere degli ottimi risultati sotto il punto di vista di individuare i furbi del sacchetto. Tanto che si è pensato di eseguire l’installazione anche presso il cimitero comunale che, nonostante sia un luogo dedito al culto del sacro, è diventato posto di furti inauditi. Ma perché il Comune ha deciso di installare questo sistema di videosorveglianza in prossimità dei luoghi dove viene effettuato lo sversamento dei rifiuti differenziati? La risposta è molto semplice: molto spesso, i sacchetti dei rifiuti venivano lasciati al di fuori dei contenitori e spesso anche con un tipo di rifiuto differenziato non corretto. Le fototrappole hanno svolto il loro lavoro in modo egregio. Hanno infatti individuato in maniera anche relativamente semplice l’autore dello sversamento dei rifiuti in modo non corretto e gli è stata elevata la relativa contravvenzione che varia da un minimo di 50 euro fino ad un massimo di 1200 euro. In questo caso, le finalità ricercate con l’installazione di un sistema di fototrappole sono state pienamente raggiunte e sono divenute l’esempio affinché anche altri comuni potessero orientarsi in tal senso.

Fototrappole: aspetti normativi derivanti dal loro utilizzo

Lo sviluppo della tecnologia con la diffusione sempre più capillare di smartphone e tablet in grado di registrare video e scattare foto ha determinato un’esigenza sempre maggiore in fatto di tutela della privacy. Da questo tema non possono essere tenute esenti le fototrappole per cui è necessario comprendere come utilizzare nel migliore dei modi questi strumenti senza correre il rischio di violare qualche normativa che possa addirittura avere dei risvolti di natura penale. Bisogna innanzitutto effettuare una differenziazione riguardo le finalità per cui la fototrappola è installata. Se il dispositivo è installato esclusivamente per scopi di natura faunistica, ossia per avere scatti e video sul comportamento degli animali, bisogna in ogni caso indicare che la zona è sottoposta a videosorveglianza. Questo perché l’area sottoposta all’azione della fototrappola potrebbe comunque essere attraversata da una persona che vedrebbe violata la sua sfera privata. Per indicare che la zona è soggetta a videosorveglianza basta utilizzare dei comuni cartelli preparati ad hoc dal garante della privacy, con i quali oltre a indicare che l’area è sottoposta a registrazione e alle finalità per cui la videosorveglianza viene effettuata, bisogna anche fornire indicazione della persona identificata come responsabile del trattamento dei dati registrati. Qualora la videosorveglianza venga invece effettuata all’interno di una zona privata con finalità di sicurezza e protezione di beni, nonché di prevenzione di furti, non è necessaria l’esposizione di alcun cartello purché vi sia stata l’autorizzazione del proprietario dell’area. Diverso, infine, il caso di videosorveglianza con fototrappole effettuata in area pubblica o in area privata con accesso di pubblico, in quanto si rende necessario apporre i consueti cartelli che forniscono l’indicazione dell’area videosorvegliata. A tutela ulteriore delle persone è buona norma che il responsabile del trattamento dei dati registrati utilizzi una password di accesso agli stessi in modo che ai terzi sia del tutto inibita la possibilità di visionare in modo abusivo le registrazioni.

Conclusioni sull’utilizzo delle fototrappole per abbandono rifiuti

Se si desidera utilizzare un sistema di fototrappole per monitorare coloro che abbandonano rifiuti è opportuno, a meno che la zona da monitorare non abbia una superficie molto elevata, orientarsi su un numero di fototrappole molto limitato e posizionate correttamente in modo da disporre di immagini di qualità molto elevata che permettano di identificare in modo certo e rapido il trasgressore. In tal caso, è opportuno anche scegliere dispositivi che dispongano di tecnologia ad infrarossi per garantire anche la ripresa notturna, fascia oraria in cui maggiormente si verificano tali episodi, e che permettano oltre alla gestione da remoto del dispositivo anche la trasmissione a distanza di foto e video acquisiti senza necessità di disporre di un supporto fisico sul quale riversare i dati. Sulla base di tutte le considerazioni effettuate, non resta quindi che effettuare la scelta migliore in base alle proprie necessità e procedere all’installazione della fototrappola per monitorare in modo adeguato il territorio di competenza.

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